Mappa tattile di Mantova - testo descrittivo

Last update 24 April 2025

Benvenuto! 

Attraverso le mappe tattili scopriremo gli aspetti urbanistici che hanno permesso a Mantova di essere inserite insieme inserita con Sabbioneta nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

La peculiarità di Mantova è la sua trasformazione nel tempo, dal primo nucleo etrusco fino ai giorni nostri. L’evoluzione urbanistica avviene in tre grandi fasi costruttive connesse alla realizzazione di mura difensive per racchiudere e proteggere l’abitato. 

Nell’angolo in basso a sinistra si riconosce un indicatore di direzione: serve per segnalare l’orientamento e punta al nord. Per facilitare la lettura della mappa, si è scelto di ruotarla leggermente verso ovest.

Partendo dal lato destro del plastico, nella parte superiore, troviamo uno degli assi viari di accesso alla città: il Ponte di San Giorgio. Lo spazio ribassato ai lati del ponte è occupato dall’acqua. Mantova è infatti circondata su tre lati dai laghi formati dal fiume Mincio nel 1190 per opera dell’ingegnere bergamasco Alberto Pitentino. Lo spazio a destra del ponte corrisponde al Lago Inferiore, quello a sinistra al Lago di Mezzo.

Seguendo questo lago verso sinistra troviamo il Ponte dei Mulini, che lo separa dal Lago Superiore. Il ponte prende il nome dai dodici mulini che, fino ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, sfruttavano la forza dell’acqua in caduta, grazie al dislivello di circa tre metri rispetto agli altri laghi. Seguendo la sponda dei laghi, si comprende che Mantova è una penisola di forma trapezoidale.

Tornando al Ponte di San Giorgio, in alto a destra, e percorrendo la strada in rilievo, ci imbattiamo nel perimetro della prima cerchia di mura, evidenziato in giallo. Corrisponde al nucleo originario della città, invariato dall’epoca romana fino all’anno Mille. L’area è attualmente occupata, per circa la metà, dal complesso di Palazzo Ducale, residenza della famiglia Gonzaga, identificabile in alzato e in colore rosso. I Gonzaga diventano signori di Mantova nel 1328 e nell’arco di circa tre secoli ampliano il Palazzo, segno pubblico del loro prestigio e potere sulla città.

Durante il Medioevo avviene un nuovo ampliamento della città: la prima cerchia viene inglobata tra le case e una seconda cinta muraria viene eretta a ridosso del Rio, il canale nato dalle opere di bonifica di Pitentino. Proseguendo lungo l’asse viario principale, evidenziato in nero, è possibile cogliere il nuovo assetto urbano che si sviluppa su tre piazze in successione.

Piazza Sordello, su cui si affaccia il Duomo è all’interno della prima cerchia di mura ed è ricavata dall’abbattimento del quartiere originario. Proseguendo lungo la strada incontriamo Piazza Broletto, che ospitava le assemblee ed è chiusa da Palazzo del Podestà. Infine Piazza Erbe dove si svolgevano le attività commerciali.

Sul lato sinistro di Piazza Erbe è possibile identificare in rosso la Basilica di Sant’Andrea. Progettata da Leon Battista Alberti, conserva nella sua cripta i Sacri Vasi con la reliquia del Sangue di Cristo. Alla fine del ’400, proprio da questa Chiesa, inizia il processo di ammodernamento della città, che i Gonzaga mettono in atto per farla aderire ai canoni della città moderna. 

Avanzando lungo la strada principale s’incontra una biforcazione, in prossimità del perimetro a Sud della seconda cerchia di mura. La via a sinistra prosegue verso zona Belfiore, l’accesso a Mantova dal cremonese. Quella a destra, detta la Via del Principe, conduce direttamente dal centro storico a Palazzo Te

Proseguendo ci si trova al limite della seconda cerchia di mura, segnalata in azzurro, delimitata dal Rio: la via d’acqua che permetteva la navigazione dal lago Superiore, nel margine sinistro del plastico, al lago Inferiore nel margine destro. Il Rio è stato tombinato per un tratto negli anni ’50, ma resta visibile in alcune aree della città.

Ripercorrendo la seconda cerchia di mura e spostandoci verso destra incontriamo le Pescherie di Giulio Romano, edifici nati per essere mercato e magazzino del pesce. Oggi ospitano il Mantova e Sabbioneta Heritage Centre, un sistema di spazi diffusi sul territorio dedicati al racconto del sito. 

Continuando sulla via principale si arriva alla terza cerchia di mura, evidenziata in verde. Realizzata nel ‘400 per ampliare l’abitato mantovano. In questa zona, lungo la Via del Principe si concentrano edifici legati più strettamente alla sfera privata della famiglia Gonzaga. 

Nell’ordine incontriamo sulla sinistra la casa di Andrea Mantegna. Di fronte troviamo il Tempio di Leon Battista Alberti, progettato dall’Alberti per essere il mausoleo dei Gonzaga. Proseguendo, a ridosso delle mura, è posto il Palazzo di San Sebastiano, che oggi ospita il museo MACA, Mantova collezioni antiche. Proseguendo sulla via, fuori dalla cinta muraria, troviamo Palazzo Te, capolavoro di Giulio Romano.

Negli ultimi secoli la città si è ulteriormente ampliata sfruttando le aree bonificate tra la fine del’700 e la prima metà del ‘900 intorno a Palazzo Te, identificate da rigature in rilievo. Vengono attuate altre importanti modifiche nelle aree adiacenti alla prima cerchia muraria come la realizzazione del polo culturale di Palazzo degli Studi e dell’Accademia, con il Teatro Scientifico Bibiena e di Piazza Virgiliana, risultato della bonifica del porto di Sant’Agnese.

La città ha raggiunto così la dimensione attuale senza perdere la sua caratteristica di essere circondata su tre lati dall’acqua.