Mantova: una città in trasformazione
Mantova è da sempre città legata all'acqua.
Terminato il lungo periodo delle invasioni barbariche, nel X secolo la città diviene dominio dei Canossa e, nel XII secolo, assume i tratti di libero Comune medievale. A questo periodo risale la complessa e poderosa pianificazione idraulica di Alberto Pitentino (1187) che frammenta il corso del Mincio in quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore, Paiolo, quest’ultimo prosciugato a partire dal XVIII secolo.
Nel 1274 il Comune diventa Signoria sotto il dominio dei Bonacolsi, spodestati nel corso di un sanguinoso scontro, nel 1328, dalla famiglia Gonzaga, da quel momento e per circa quattro secoli signori incontrastati di Mantova.
I Gonzaga intervennero sull’impianto urbanistico stesso della città seguendo i principi di Leon Battista Alberti trattati nella sua grande opera “De re aedificatoria”, trasformando vie e piazze allo scopo di costruire una scenografia adatta alla rappresentazione del proprio potere, e dando così un nuovo volto alla città che diventerà una delle più raffinate corti del Rinascimento italiano. Costruita secondo un’idea di città unica e assolutamente originale, Mantova è stata strutturata sulla crescita parallela di due entità separate ma interdipendenti tra di esse: da un lato la residenza cittadina del Principe, Palazzo Ducale, un palazzo destinato a diventare una città a sua volta: dall'altra la città dei sudditi, una città che aveva e che doveva avere dignità di palazzo.
Nel centro storico, la sequenza delle piazze costituisce il nucleo vitale della città: da piazza Sordello si passa in piazza Broletto e poi in piazza Erbe, delimitata dalle case-bottega porticate, con il Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione, la Torre dell’Orologio, la medievale Rotonda di San Lorenzo; da piazza Erbe si giunge infine in piazza Mantegna, su cui si affaccia l’albertiana Basilica di Sant’Andrea, sommo esempio dell’architettura rinascimentale italiana.
La grandiosa residenza gonzaghesca di Palazzo Ducale, che si affaccia su piazza Sordello, si collega, seguendo il cosiddetto Percorso del Principe, con gli edifici e gli spazi più intimi della famiglia Gonzaga, all’estremo opposto della città: Palazzo Te, cinquecentesca villa suburbana progettata da Giulio Romano, Palazzo San Sebastiano, il Tempio di San Sebastiano progettato da Leon Battista Alberti, la Casa di Andrea Mantegna.
Una guerra di successione, un saccheggio ad opera di eserciti mercenari stranieri (1630) e la peste provocarono infine il declino di Mantova e la condussero sotto il dominio dell'Austria (1707).
Successive trasformazioni hanno modificato l’aspetto della città, mantenendo però leggibile la struttura rinascimentale e la stratificazione di testimonianze di epoche differenti, dimostrando la capacità della città di evolversi e si rinnovarsi senza perdere il proprio carattere e la propria identità.