Dalla sabbia alla città fortezza (Sabbioneta, la città di fondazione)

Ultima modifica 17 dicembre 2018

Sabbioneta rappresenta, in rapporto a Mantova, l’attuazione dei princìpi urbanistici rinascimentali
basati sulla ricerca di simmetria e rigore, attraverso la costruzione di una nuova città, frutto di una precisa e compiuta volontà progettuale.


Sabbioneta con porta Imperiale, A.G. Noè, 1842 (Sala Consiliare, Comune di Sabbioneta).

Sabbioneta, come recita il nome stesso, nasce su un terreno di depositi alluvionali dei fiumi Oglio e Po. In seguito, nell’XI secolo, i monaci benedettini avviano un processo di bonifica. Sulla sabbia asciutta Vespasiano Gonzaga, che vantava tra le sue doti anche quella di architetto militare, costruisce la sua città ideale.

Tale concetto viene espresso nella statua di Leone Leoni conservata nella chiesa dell’Incoronata, in cui il duca poggia simbolicamente il piede su di un piccolo strato di sabbia.

Recuperando i principi dell’arte classica, Vespasiano definisce un impianto simile ai castra romani con 36 isolati quadrangolari regolari suddivisi in vie ortogonali. La cinta muraria della città ha la forma di un esagono irregolare con sei bastioni a cuneo innestati agli angoli e due porte monumentali per l’accesso. Per disorientare gli invasori, l’asse viario principale viene spezzato in prossimità delle porte. La sintesi tra estetica e difesa è qui perfettamente compiuta.